L’Alfa Romeo Proteo è una concept car in esemplare unico, che fece il suo debutto in società al Salone di Ginevra del 1991. Questa vettura ha una stile plastico e molto gradevole. I suoi lineamenti sono stati di tendenza. Stiamo parlando di una coupé-cabriolet densa di fascino, che deve la sua grazia all’estro creativo di Walter de Silva, capo del centro stile del “biscione ” in quel periodo storico. Sin da subito entrò nel cuore della gente, ma non ebbe un seguito commerciale.
I vertici aziendali, dopo l’apertura iniziale, fecero retromarcia sul progetto, fermandolo prima dell’industrializzazione. Forse li spaventarono i costi produttivi , ma non è dato sapere. Resta il fatto che questo gioiello non ebbe un seguito. Peccato, perché l’Alfa Romeo Proteo aveva le carte in regola per far sognare la clientela, non solo per la possibilità di fruirne sia col tetto chiuso che in versione aperta.
Si partì dalla berlina di Pininfarina
Base di lavoro fu l’ammiraglia del tempo: la splendida 164. Rispetto a questa aveva un passo accorciato di 20 centimetri e una struttura irrobustita, per compensare l’assenza del padiglione classico. Come motore fu scelto il V6 da 3.0 litri di cilindrata, con quattro valvole per cilindro. La potenza fu portata a 260 cavalli , per avallare meglio l’indole sportiva del modello. Facile immaginare il tenore prestazionale, anche se l’unico dato comunicato è la velocità massima di oltre 250 km/h.
Ad aiutare nella guida, aggiungendo dosi di sicurezza attiva, concorre la trazione integrale, che però toglie un po’ di divertimento al volante. La manovrabilità è di alta gamma, grazie all’apporto delle sospensioni elettroniche e delle 4 ruote sterzanti. Una delle caratteristiche principali dell’Alfa Romeo Proteo, come già scritto, è però la sua natura di coupé-cabriolet . Il tetto e il lunotto, in materiale trasparente, possono sparire nel bagagliaio, al semplice tocco di un pulsante, trasformando in pochi secondi la vettura da aperta a chiusa e viceversa.
Foto | FCA Heritage
03 10 2022