La voglia e la necessità di incentivi per far ripartire il mercato dell’auto in Italia era tanta, e i risultati si sono visti, come ha dichiarato Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae, associazione dei costruttori esteri nel nostro paese: “i dati sono eloquenti: da luglio a ottobre 2020 in soli quattro mesi, grazie agli incentivi allargati, sono state rottamate circa 125.000 vetture, mentre nei 15 mesi precedenti, con gli incentivi limitati alla fascia 0-60 g/Km, le rottamazioni sono state appena 7.000“. Purtroppo però, appena questi aiuti sono terminati, ecco che il mercato ha ripreso a far segnare percentuali di vendita decisamente proiettate verso il basso, tanto che se andiamo ad analizzare i dati a livello annuo c’è stato un calo delle immatricolazioni del 30,9% in confronto al 2019. “Un quadro che avevamo preannunciato, spiega sempre Cardinali, dove stenta a decollare anche la transizione energetica, perché nonostante l’Ecobonus, la fascia di emissioni 0-60 g/Km di CO2 è ancora ferma al 3% del mercato, con scarsi benefici ambientali, economici e fiscali”.
Italia indietro nella diffusione delle auto green
Purtroppo, quello che si evince a livello europeo, è anche il ritardo del nostro paese nella diffusione di auto green con emissioni più contenute visto che questa è “fortemente inibita dal ritardo nella dotazione di infrastrutture di ricarica elettrica, che con 2,7 punti disponibili ogni 100 km di rete viaria (di cui nessuno in autostrada), colloca il nostro Paese al di sotto della media europea (4,7 punti) e ben lontano non solo da Paesi leader come Norvegia (19,2) e Olanda (44,2), ma anche dai principali mercati come Regno Unito (7,4), Germania (6,8) e Francia (4,1)”. Mette in chiaro ancora Cardinali.
C’è bisogno di nuovi incentivi
In considerazione di questi aspetti, piuttosto preoccupanti, si avverte dunque la necessità di riproporre il prima possibile gli incentivi , in modo che i numeri delle immatricolazioni risalgano e che la diffusione delle auto meno inquinanti riprenda con più vigore. Su questa posizione è d’accordo anche l’Anfia (Associazione nazionale filiera Industria automobilistica), come ha affermato il presidente Paolo Scudieri. “Sul fronte Italiano ribadiamo l’importanza di proseguire nel sostegno alla domanda e nello stimolo alla diffusione delle tecnologie a basse emissioni, sia per affrontare i mesi di pandemia che ancora stiamo vivendo, sia per supportare e accelerare il rinnovo del parco, anche alla luce della procedura di infrazione appena aperta nei confronti del nostro paese, oltre che per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione delpiano nazionale energia e clima. Sono questi, insieme all’adozione di un piano strategico nazionale per il rilancio del settore, gli interventi prioritari da attuare immediatamente, sfruttando le risorse europee del recovery fund per la transizione verde”.
19 11 2020