Le attività di Uber ATG legate al perfezionamento della propria tecnologia di guida autonoma stanno pian piano riprendendo dopo uno stop lungo quasi due anni in conseguenza all’incidente verificatosi a Tempe (nei pressi di Phoenix, in Arizona) nel marzo 2018, costato la vita a una donna. In questi giorni le self-driving car del gruppo sono tornate a circolare sulle strade di San Francisco.
Uber riporta le self-driving car a SF
Per il momento nella città californiana saranno impiegate due Volvo XC90 equipaggiate con il sistema messo a punto dall’azienda, solo durante le fasce diurne e con a bordo un conducente sempre pronto a prendere i comandi del veicolo in caso di emergenza. Riportiamo di seguito in forma tradotta la dichiarazione attribuita a un portavoce della società e affidata alle pagine della stampa d’oltreoceano.
Siamo entusiasti di riprendere questa settimana il test della guida autonoma di Uber nella sua città natale. La zona interessata rimarrà inizialmente limitata, ma abbiamo intenzione di scalare i nostri sforzi nei mesi a venire, così da poter imparare dalle difficoltà che presentano le condizioni stradali della Bay Area.
Al momento le operazioni di Uber legate alla tecnologia in questione sono attive nelle città di Dallas, Pittsburgh, Washington D.C. e come già detto a San Francisco. L’obiettivo di medio-lungo termine è quello di arrivare a fornire un servizio di ride sharing come quello già offerto oggi, ma controllato da mezzi capaci di muoversi in modo sicuro senza che vi sia qualcuno al volante, trasportando a destinazione i passeggeri. Per meglio comprendere quale sia la visione del gruppo rimandiamo a un’intervista realizzata lo scorso anno a uno degli ingegneri impegnati negli AI Labs.
Una prospettiva valutata tra gli altri anche da Waymo, progetto nato come iniziativa sperimentale del laboratorio X di Google e oggi business indipendente controllato dalla parent company Alphabet .
11 03 2020