Il mercato auto in Italia sta attraversando una crisi mai vista prima. L’emergenza sanitaria esplosa a livello globale nei primi mesi dall’anno ha colpito duramente tutti gli Stati, ma il nostro Paese sembra aver sofferto in modo ancora più importante.
Le percentuali di vendita registrate a marzo ed aprile hanno confermato le paure delle associazioni di categoria. Nel terzo mese dell’anno la contrazione rispetto a 12 mesi prima è stata dell’85%, mentre ad aprile il crollo è stato pressoché totale con una riduzione delle vendite pari al 96%.
In questa situazione catastrofica l’UNRAE ed i vari costruttori hanno chiesto ripetutamente al nostro Governo di intervenire con incentivi ampliati anche alle più moderne vetture Euro 6 così da stimolare un mercato altrimenti fermo a percentuali ancora risibili per quel che riguarda le auto ibride ed elettriche.
Le richieste delle varie associazioni e dei costruttori, però, non sono state ascoltate a livello governativo e si è preferito andare avanti per tentare di stimolare una mobilità elettrificata che difficilmente avrà riscontri anche alla luce dei prezzi di acquisto spesso proibitivi per questa tipologia di vetture.
UNRAE: l’accusa al Governo
L’UNRAE, l’associazione delle case automobilistiche estere, non ha certamente apprezzato il silenzio da parte del Governo ed ha deciso di attaccare le istituzioni con un durissimo comunicato.
“Dopo il disastro improvviso nel mese di marzo (-85%) e quello preannunciato di aprile, con l’azzeramento (-98%) delle immatricolazioni di autovetture nel nostro Paese, il mese di maggio stenta a ripartire. Dai dati raccolti nei primi 12 giorni di maggio, gli ordinativi registrano un -70%, e le immatricolazioni un -52%, leggermente migliore grazie a due mesi di arretrati, ma non per questo meno drammatico“.
“Tutti gli altri comparti del settore automotive versano in condizioni ugualmente catastrofiche, nessuno escluso: veicoli commerciali, veicoli industriali, rimorchi e semirimorchi, autobus. La riapertura dei concessionari, a partire dallo scorso 4 maggio, non è bastata a fare riprendere quota a un mercato in profonda crisi“.
“Assistiamo ad una gravissima situazione socio-economica per un intero settore che sostenta oltre 160mila famiglie ed è un asset fondamentale per il PIL italiano (oltre il 10%). La disattenzione del Governo lascia disarmati. Occorre intervenire con urgenza per un rilancio della domanda, prima che sia troppo tardi“.
13 05 2020