Uno dei primi ambiti di impiego delle self-driving car sarà quello dei servizi di trasporto pubblico, è cosa risaputa. C’è chi li chiama robo taxi, veicoli a guida autonoma in grado di prelevare i passeggeri e portarli a destinazione senza che a bordo vi sia un conducente. Tra le realtà che stanno lavorando su questo fronte c’è anche Argo , con base a Pittsburgh (Pennsylvania), finanziata da Ford e Volkswagen.
La visione di Argo per i self-driving taxi
Il suo CEO, Bryan Salesky, ha concesso un’intervista ai microfoni di The Verge per parlare della tecnologia. Tra i passaggi più interessanti dell’intervento quello che si riferisce alla tipologia di vetture da impiegare per l’erogazione del servizio: secondo il suo parere almeno in un primo momento è meglio siano auto ibride e non mosse esclusivamente da motore elettrico. Una dichiarazione che va nella direzione opposta rispetto a quella di iniziative messe in campo da altre aziende attive nello stesso ambito. Il motivo è economico, ma non solo.
Le auto devono andare in strada producendo utili. Più a lungo rimangono ferme per una ricarica, più a lungo non generano profitti. Il potenziale legato alla ricarica rapida attualmente distrugge le batterie a livello chimico, costringendo a rimpiazzarle più frequentemente, il che non è una cosa buona nemmeno per l’ambiente.
Premesse che potrebbero ovviamente cambiare in futuro, con il miglioramento delle tecnologie impiegate dalle auto elettriche, rendendo così i problemi citati da Salesky meno gravosi rispetto a oggi. Nel mondo ideale da più parti e da lungo tempo promesso nonché invocato la mobilità sarà sicura, intelligente, sostenibile, connessa e self-driving : un obiettivo non semplice da raggiungere, nonostante gli importanti investimenti messi in campo e i progressi fin qui ottenuti. Servirà di certo altro tempo.
27 02 2020