Secondo i dati emersi dallo scorso anno, le soluzioni proposte in commercio per le auto intelligenti e connesse hanno avuto un valore totale per 1,2 miliardi di euro nel solo territorio nostrano, con un’impennata del 14% rispetto al 2018, quindi perfettamente in linea con i principali Paesi dell’Occidente (aventi tutti valori fra il 10 e il 15%). Sommiamo i valori ottenuti ed ecco che abbiamo una cifra di 16,7 milioni di veicoli connessi gli uni con gli altri; praticamente quasi la metà (il 40%) delle auto circolanti.
Auto connesse, i dati parlano chiaro: il futuro è “tech”
I gadget più acquistati sono stati sicuramente i box GPS e GPRS per la localizzazione attiva dell’auto e i parametri necessari per le stipule dei contratti con le unità assicurative (circa il 9%), al secondo posto però rispetto alle auto che escono dalla fabbrica con a bordo connettività SIM o Bluetooth (rispettivamente +47% e +33%).
Tali numeri non sono scritti a caso; infatti segnalano e confermano il comportamento medio dei consumatori: oramai tutti conoscono le Smart Car (il 75%) e il 61% possiede a bordo almeno una delle nuove feature per la guida intelligente (pensiamo ai sensori per il parcheggio assistito, sistemi ADAS, assistenti vocali e molto altro ancora, e molti dei cittadini hanno intenzione di acquistare una nuova auto connected entro i prossimi tre anni. Questo è quanto emerge dallo studio realizzato dall’Osservatorio Smart & Connected Car della School of Management del Politecnico di Milano durante l’evento “Connected Car & Mobility: un nuovo inizio ”.
Lo studio riportato dall’ente sottolinea come l’emergenza sanitaria abbia colpito tutto il settore dell’automotive, portando a flessioni anche nella creazione delle Smart Car per il 2020; il mercato tuttavia respira un’aria positiva . Nel futuro si ripartirà sempre più basandosi sulle linee guida del distanziamento sociale, pertanto le auto diverranno più indispensabili per i cittadini, in grado di rispondere a più e più esigenze.
I nuovi obblighi di legge, derivanti dagli effetti dell’entrata in vigore della normativa eCall del 2018 e quelli del 2022 circa l’adozione di sistemi ADAS (come il line assist o la frenata automatica), porteranno ad avere un impatto decisamente positivo sul mercato. Crescerà anche il numero di aziende che saranno in grado di raccogliere i dati degli utenti circa l’uso delle smart car, al fine di fornire alle società costruttrici di veicoli, spunti su cosa migliorare all’interno delle funzionalità intelligenti preposte all’uopo. Basti pensare anche che l’attuale componente di servizi – già lo scorso anno – ha portato 330 milioni di euro, con un incremento del 20% rispetto al 2018.
Con un maggiore interesse verso il tema della Smart Mobility , il quale assume in Italia sempre più rilevanza, notiamo che l’87% delle PA locali credono moltissimo nel progetto; il 36% dei comuni aventi più di 25.000 abitanti ne ha attivo almeno uno; il 58% dei casi invece, propone iniziative ad uno stadio avanzato a tutta l’area urbana; citiamo l’ultimo dato, il 39% di utenti che ha provato almeno una volta nella vita uno dei tanti servizi relativi alla mobilità condivisa (primo fra tutti, il car sharing o il car pooling).
14 06 2020