Vendite in caduta. Caduta libera? Quasi. Questa è la fotografia del mercato italiano dell’auto, con dati che al momento mettono nero su bianco quella che è la situazione durante la prima fase di flebile paura da Coronavirus . L’esito è preoccupante, poiché indica una caduta dell’8,8% nel mese di febbraio, ma con ogni probabilità il mese di marzo andrà ben peggio.
Secondo quanto emerso dai dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel mese di febbraio sono state vendute 162.793 auto, il che significa una caduta di quasi 9 punti percentuali dopo un mese di gennaio già di per sé complesso (-5,9%). In caduta verticale le vendite di auto aziendali, in declino le auto private, in aumento invece gli acquisti da parte di compagnie per il noleggio a lungo termine. Ma ora il quadro della situazione muterà pesantemente.
Il Coronavirus peserà sul mese di marzo
Il mese di marzo sarà quello cominciato e terminato all’insegna del Coronavirus. Il DPCM 9 marzo, infatti, ha esteso a livello nazionale una misura di contenimento dell’epidemia che già bloccava gran parte del nord Italia, ma la creazione della zona arancio estesa a tutto il paese non può che bloccare, quasi completamente, la vendita di automobili. Le persone sono infatti ora barricate nelle proprie abitazioni, non c’è libertà di spostamento sul territorio , ci si muove soltanto per necessità legate a salute e lavoro, ed il pensiero è più rivolto alle preoccupazioni per il futuro che non ai sogni di investimento su una nuova auto.
La proiezione su Marzo è semplice da abbozzare: nelle province di Lodi e Cremona, infatti, la caduta delle vendite a febbraio è pari rispettivamente al 35% e 23%, il che significa che la quota nazionale per il mese di marzo oltrepasserà abbondantemente il -50%. In parte sarà una perdita recuperabile, in parte invece si tratta di vendite rimandate in conseguenza di una crisi economica che si preannuncia pesante. Nel frattempo FCA chiude stabilimenti , il Governo pensa ad un “lock down” più radicale e nulla lascia supporre che la situazione si possa risolvere nel giro di breve (la scadenza del 3 aprile rimane più un auspicio che non una certezza).
Le lobby, si sa, potranno fare molto in tal senso e l’industria dell’auto è spesso molto scaltra nel trovare spazi in queste circostanze grazie al forte indotto che smuove. Ci si attendono dunque incentivi e facilitazioni per stimolare un mercato che, prima di altri (e forse più di altri) rimarrà profondamente segnato da questo “cigno nero” volato in Italia direttamente da Wuhan.
11 03 2020