Automotive: rischio chiusura per il 40% dei concessionari

C’è poco da fare: l’attuale crisi sanitaria mondiale ha letteralmente piegato il settore dell’automotive, portando flessioni preoccupanti pari al 30-40% dei ricavi medi. Secondo l’Automotive Dealer Report, si prospettano guai all’orizzonte per le concessionarie; a rischio infatti, vi sarebbe oltre il 40% dei rivenditori, con conseguenze nefaste per intere famiglie e l’economia mondiale stessa.

Automotive: urge un aiuto per i concessionari

Per via della crisi da emergenza sanitaria, il mercato dell’automotive ha subito un duro contraccolpo; nei mesi precedenti i dati sono stati terribili e adesso rischia di chiudere un concessionario su cinque. Se le situazioni non dovessero migliorare inoltre, il dato dovrebbe addirittura peggiorare, raddoppiando. Non parliamo di generalissimo, ma è il risultato di numerosi studi e ricerche del settore . Anche se gli incentivi sulla rottamazione e sui veicoli endotermici (oltre che elettrici o ibridi) possano apparire allettanti, potrebbe non bastare per risollevare un’economia piegata.

Le (terribili) stime prodotto sono state svolte da Italia Bilanci, un’azienda che da oltre dieci anni studia e tiene conto dei bilanci dei rivenditori annuali, condensando il proprio report nel documento di Automotive Dealer Report (ADR).

Se si confrontano i dati degli anni passati non vi è molto scompenso; calcolando lo scenario avuto con il CoVid, si è assistito a due conseguenze: una che prevede un calo del 30% e una che addirittura sfocia al 40%. Ma andiamo con ordine: nella prima ipotesi a chiudere i battenti sarebbero “soltanto” il 20-30% delle concessionarie; dato che potrebbe raddoppiare con la seconda ipotesi. Il tutto è stato calcolando tenendo anche conto delle promo allettanti, delle assistente per i clienti, dei vari decreti e quant’altro.

Italia Bilanci ha osservato alcuni indici di rischio che derivano dai conti del 2018: ammortamenti, finanziaria netta, fatturato. I cali del 30 e del 40% sono da imputare sia alla cifra del fatturato totale, che al costo del venduto.

Senza scendere nel dettaglio dei numeri e della disamina, potremmo assistere ad un tracollo ulteriore che, già così per com’è oggi, ha già cambiato la rete vendita da diverso tempo, portando un crollo dei rivenditori mono-brand a favore dei saloni multi-marca. Certo però che una flessione contenibile in una stima fra il 20 e il 30%, unitamente a ciò che deriverà dalla fusione FCA-PSA, potrebbe letteralmente uccidere e stravolgere per sempre il settore intero dell’automotive.

Per tali motivi i costruttori stanno richiedendo ai vari Governi ingenti aiuti e incentivi di ampia veduta e non contestuali alle sole auto elettriche o ibride. Inoltre, si richiede all’Unione Europea un rinvio nell’intero processo di elettrificazione, in quanto molti produttori – ad oggi – navigano ancora in alto mare.

La chiusura di tante concessionarie potrebbe non essere gestibile nemmeno dai più grandi produttori di automobili; come andrà a finire?

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21 06 2020
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