Autostrada A1: riprendono i lavori tutelando gli operai

Il cantiere sull'autostrada A1, nel tratto compreso tra Barberino del Mugello e Calenzano, ha riaperto il 14 aprile. I sindacati hanno ottenuto tutele rigorose per la salute degli operai.
Il cantiere sull'autostrada A1, nel tratto compreso tra Barberino del Mugello e Calenzano, ha riaperto il 14 aprile. I sindacati hanno ottenuto tutele rigorose per la salute degli operai.

I lavori sull’autostrada A1, nel tratto compreso tra Barberino del Mugello e Calenzano , in provincia di Firenze, erano sostati sospesi a seguito delle decisioni governative, ma da martedì 14 aprile si potrà finalmente far ripartire il cantiere.

Autostrada A1: termoscanner e tute integrali

Sin dal mese di marzo centinaia di operai erano stati costretti a sospendere tutte le attività presenti sul cantiere dell’A1 . Le trattative intercorse tra azienda e sindacati hanno portato alla sottoscrizione di un accordo che ha visto al centro la tutela della salute degli impiegati.

Nello specifico, l’intesa firmata da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Firenze e Pavimenta prevede che a questi sia effettuata la misurazione della temperatura corporea sia all’entrata e all’uscita del cantiere e che siano dotati di tute integrali, schermi visivi, guanti e occhiali.

Tra le altre misure previste, gli operai impegnati nel cantiere della A1 avranno diritto a esami sierologici, alle igienizzazioni quotidiane ed alle sanificazioni agli ioni di tutti i locali, a percorsi delimitati, a navette pendolari dalla stazione o dall’aeroporto, allo spazio per isolamento in presenza di sviluppi di febbre o altri sintomi, all’infermeria aperta giorno e notte ed a gel igienizzanti.

Autostrada A1: la soddisfazione dei sindacati

Marco Carletti e Damiano Foutsias, responsabili di Fillea Cgil Firenze hanno affermato:”Le organizzazioni sindacali, i delegati e l’azienda hanno fatto un grande lavoro di responsabilità e di impegno per tornare a lavorare, tenendo come punto di riferimento la salute dei lavoratori e della collettività”.

“Non abbiamo parlato solo di banali mascherine, ma abbiamo istituito procedure e regolamentazioni certe ed esigibili da parte di tutti, anche dal punto di vista tecnologico e sanitario. Tutto questo è assunzione di responsabilità e speriamo che sia questo protocollo sia un apripista per tutte le aziende delle costruzioni che vogliono riaprire le lavorazioni, facendolo però nel massimo possibile della tutela dei dipendenti”.

“A noi non appassionano le stucchevoli discussioni sulle mascherine e su chi le deve fornire e soprattutto chi le deve pagare. Con questo protocollo insieme all’azienda abbiamo dato un grande esempio di come le parti sociali debbano operare per risollevare questo paese”.

 

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15 04 2020
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