Oggi chi necessita di un bullone antifurto per la propria auto si rivolge ad un negozio specializzato o lo trova su Amazon, ma nel prossimo futuro potrebbe avere anche una possibilità ulteriore per averne in cambio una sicurezza ancor maggiore rispetto a quella odierna: la stampa 3D e il riconoscimento vocale potrebbero rendere questo strumento un elemento smart utile a rendere ancor più complesso il furto dei cerchi.
L’idea di Ford è di creare un filo diretto tra l’impronta della chiave di apertura del bullone e la voce del suo conducente. Nello specifico la voce viene raccolta per pochi secondi, pronunciando una frase standard, e quel che se ne ricava è l’impronta univoca del timbro del proprietario dell’auto. A questo punto si trasforma la speciale onda ottenuta in un cerchio modulato, unico per ogni persona, che rende pertanto bullone e chiave del tutto irriproducibili. Quel che ne esce è una sorta di impronta biometrica applicata al bullone ed alla sua relativa chiave, qualcosa di estremamente avanzato che cambia radicalmente l’approccio con un problema che il settore si porta avanti da decenni.
Di fatto è come se il bullone antifurto dell’auto avesse una password, la cui consistenza non è però digitale, ma stampata nell’alluminio in copia unica. A questo si aggiunge inoltre un accorgimento anti-contraffazione che permette di assicurare il fatto che la chiave non possa essere copiata, rendendo così sicura nel tempo la copia originale realizzata.
La stampa 3D potrà avere un ruolo sempre più determinante nell’industria automotive, ma l’utilizzo per una componente utile alla sicurezza è qualcosa di assolutamente originale che nasce nei laboratori Ford. Per diventare realtà, il processo richiederà precisi protocolli di produzione, la diffusione capillare di stampanti 3D che possano produrre i pezzi unici e la necessaria formazione del personale incaricato. Non è semplice, insomma, ma l’idea ha margini di sviluppo del tutto interessanti, replicabili anche in altri comparti e magari su altri prodotti. Il mondo aftermarket , in particolare, potrebbe esserne coinvolto in virtù della possibilità di poter realizzare tali componenti come elementi a sé, personalizzati e gestiti al di fuori dei produttori ufficiali: le possibilità sono molte, ma è Ford la prima a metterci su ricerca e investimenti.
30 01 2020