A distanza di mezza giornata dal DPCM 9 marzo che pone in “zona rossa” l’intero territorio italiano, dal Governo giunge una vera e propria serie di FAQ (“domande frequenti”) per fare chiarezza sui termini dei limiti restrittivi adottati per limitare il contagio da Coronavirus in Italia. Gran parte di queste domande sorgono dalle difficoltà interpretative del testo e dalle indicazioni inserite nel modulo di autocertificazione fondamentale per potersi mettere in viaggio.
Questi i punti più importanti emersi dalle risposte che offre il Governo in merito.
FAQ: come viaggiare nella zona rossa
Anzitutto una precisazione: spiegare agli italiani come spostarsi, significa delimitare l’eccezione alla regola. E la regola è un’altra: si deve evitare di uscire di casa. Le deroghe sono estremamente contingentate: “Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. La veridicità delle autodichiarazioni sarà oggetto di controlli successivi e la non veridicità costituisce reato“. Qualora si abbiano necessità non legate a elementi di particolare importanza, occorrerà attingere a ferie o permessi speciali, perché il DPCM non transige: “Senza una valida ragione, è richiesto e necessario restare a casa, per il bene di tutti “.
La zona rossa
La zona rossa non esiste. Dal momento in cui tutta l’Italia è stata compresa nella zona di restrizione, per semplificazione giornalistica si è fatto appello alla fuorviante indicazione di “zona rossa” per tutto il territorio nazionale. In realtà si tratta di “zona arancione”, poiché gli spostamenti tra comuni sono concessi, purché autorizzati da comprovate motivazioni di lavoro, di salute o di stretta necessità.
Trattasi di una precisazione importante perché la Lombardia sta chiedendo a gran forza al governo di inasprire le misure intraprese in risposta all’aumento dei contagi, chiedendo dunque una istituzione di una vera “zona rossa” a livello regionale che porti tutto il territorio lombardo nel modello “Codogno”. Al momento trattasi soltanto di ipotesi e l’osservanza delle misure odierne dovrebbe già essere sufficiente a contenere i contagi (a patto che le persone osservino le stesse con precisione e continuità).
Definizione di “necessità”
Le FAQ non definiscono direttamente quelle che sono le “necessità” contemplate e tali da giustificare uno spostamento. Tuttavia c’è una risposta che lo fa capire in modo piuttosto esplicito:
Posso andare ad assistere i miei cari anziani non autosufficienti?
Sì, è una condizione di necessità. Ricordate però che gli anziani sono le persone più vulnerabili e quindi cercate di proteggerle dai contatti il più possibile.
Se lo stato di necessità è l’assistenza a malati non autosufficienti, allora significa che la chiave di lettura per interpretare la “necessità” deve essere stringente e i motivi devono essere gravosi. Chi non ne ha abbastanza del principio del #restiamoacasa allora dovrà leggere in questa risposta tutto quanto utile per capire che non tutto è necessità. Anzi.
Viaggi per recarsi al lavoro
Il Governo chiede espressamente alle aziende di aumentare lo smart working ed ai lavoratori di evitare di recarsi sul posto di lavoro se non necessario. La priorità unica, infatti, è il contenimento dell’infezione. In caso di necessità, tuttavia, il Governo concede la possibilità di viaggiare tra un Comune e un altro solo con “comprovate esigenze lavorative “:
“Comprovate” significa che si deve essere in grado di dimostrare che si sta andando (o tornando) al lavoro, anche tramite l’autodichiarazione vincolante o con ogni altro mezzo di prova , la cui non veridicità costituisce reato. In caso di controllo, si dovrà dichiarare la propria necessità lavorativa. Sarà cura poi delle Autorità verificare la veridicità della dichiarazione resa con l’adozione delle conseguenti sanzioni in caso di false dichiarazioni.
Viaggi per il rientro a casa
chiunque ha diritto a rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, fermo restando che poi si potrà spostare solo per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute.
Chiunque avrà pertanto il diritto di tornare presso la propria abitazione , purché la presenza al di fuori del comune di residenza o domicilio sia legittimamente giustificabile. Questa norma è ancora più esplicita se si pensa al fatto che non si potrebbe uscire se non per acquistare beni di prima necessità, il che limita pertanto le giustificazioni possibili in caso di controlli al di fuori dell’area di competenza. Vale, sempre e comunque, il principio per cui occorra rimanere in casa.
Taxi
Come abbiamo prontamente illustrato nei giorni scorsi, molto importante è il discorso relativo ai mezzi pubblici . Ogni forma di condivisione è infatti un rischio, ma al tempo stesso l’interruzione degli spostamenti potrebbe essere un grave ostacolo per persone in difficoltà. Si specifica dunque che:
Non esistono limitazioni per il trasporto pubblico non di linea. Il servizio taxi e di ncc non ha alcuna limitazione in quanto l’attività svolta è considerata esigenza lavorativa.
I taxi restano pertanto disponibili, sebbene sia a carico dell’autista provvedere all’igiene del veicolo e alla messa in sicurezza del viaggiatore.
Turismo
Sull’intero territorio nazionale gli spostamenti per motivi di turismo sono assolutamente da evitare. I turisti italiani e stranieri che già si trovano in vacanza debbono limitare gli spostamenti a quelli necessari per rientrare nei propri luoghi di residenza, abitazione o domicilio. Poiché gli aeroporti e le stazioni ferroviarie rimangono aperti, i turisti potranno recarvisi per prendere l’aereo o il treno e fare rientro nelle proprie case. Si raccomanda di verificare lo stato dei voli e dei mezzi di trasporto pubblico nei siti delle compagnie di trasporto terrestre, marittimo e aereo.
A distanza di 24 ore dalla firma del Decreto, con ogni probabilità prenderanno il via controlli serrati per le strade nel tentativo di convincere gli italiani ad obbedire realmente alle prescrizioni contenute nel DPCM: il messaggio non è arrivato chiaro a molte aziende, che ignorano il telelavoro e poco hanno fatto per limitare gli spostamenti dei lavoratori, ma la situazione è tale da costringere tutti ad uno sforzo supplementare.
Restiamo a casa. Non cerchiamo l’eccezione che può consentirci di viaggiare, perché è l’uomo il veicolo unico e vero del virus. La Polizia di Stato in tal senso è stata chiara: i controlli saranno severi e le verifiche sulla veridicità delle autocertificazioni saranno scrupolose.
10 03 2020