Coronavirus: cosa si rischia se non si rispettano le norme

Rispettare le norme e le imposizioni governative in questo particolare momento storico in Italia è decisamente la base della società civile. Sono previste pesantissime sanzioni per chi viola la regole che lo Stato ha emesso, il tutto per evitare che il virus CoVid-19 possa contagiare sempre più persone nel Paese.

Cosa si rischia non rispettando la distanza minima di un metro, così come chi viaggia e si sposta senza un motivo giusto ed importante? Sicuramente la salute, per se stesso e per chi sta intorno. Infatti il focus attuale è fermare l’epidemia prima che si moltiplichino i casi.

A ciò si sommano le sanzioni, che si, possono arrivare all’arresto del cittadino. Il DPCM, con le sue misure urgenti sul contenimento del contagio, aveva delineato un’area arancione, oltre alla zona della Lombardia e del Veneto, focolai del virus. Chiunque violi le aree senza una ragione specifica subisce una pena con l’arresto fino a 3 mesi e una multa fino a 206 Euro. Le condizioni si possono aggravare poi, se si persegue l’articolo 452 del codice penale che prevede “delitti colposi contro la salute pubblica, che persegue tutte le condotte i donne a produrre un pericolo per la salute pubblica”, stando all’ultima direttiva ai prefetti emersa dal Viminale. Se dovessero esserci comportamenti ancor più pericolosi, sempre riferendosi all’articolo 452 delc codice penale, è previsto il carcere dai 3 ai 12 anni.

Con il Dpcm dell’8 marzo 2020, si introducono nuovi obblighi comportamentali, riferiti ai locali come bar o negozi. Con il decreto di stamane, 10 marzo 2020, tutta Italia viene dichiarata ‘zona rossa’, il ché significa che bisogna limitare gli spostamenti, seguire le disposizioni ministeriali in tutto il territorio nazionale. Secondo Roberto Speranza, ministero della Salute, bisogna utilizzare il pugno di ferro contro gli atteggiamenti scorretti e non tollerabili. “I casi positivi non devono andarsene in giro. Abbiamo bisogno di comportamenti corretti dappertutto”, ha ribadito poi.

Coronavirus: mantenere la distanza di un metro

Dapprima la raccomandazione e il divieto si riferiva alla sola zona rossa e arancione allargata, adesso invece, vale per tutta Italia. Il governo chiede a tutti, malati e non, di rimanere a casa il più possibile, esortando la popolazione con inviti, raccomandazioni, obblighi, divieti.

Il premier Giuseppe Conte esorta anche a chi sta bene di evitare gli spostamenti, che d’ora in poi, fino al 3 aprile, saranno limitati solo per lavoro, necessità gravi o motivi di salute. Tuttavia, anche il lavoro viene scoraggiato dal provvedimento, a meno che non sia un ruolo per il quale non ci si possa fermare, motivati con compravate esigenze, da protocollare in moduli di autocertificazione forniti dalle forze armate, che controlleranno il tutto.

Sempre sul tema del lavoro, il ministero raccomanda ai datori di lavoro di lavorare da casa, favorendo quello che è lo smart working, e di donare ai propri dipendenti ferie e congedi. L’unico settore esente da ciò, è quello sanitario, che in questi giorni di emergenza, sta svolgendo un compito eccezionale, senza sosta negli ospedali di tutta Italia.

Nel decreto si evince a tutti coloro che hanno sintomi di infezione respiratoria, febbre al di sopra di 37,5, di restare a casa, limitando i contatti sociali e tenendo aggiornato il proprio medico di base. Per queste disposizioni non vi è un vero e proprio elenco  di punizioni per chi le viola, tuttavia si fa riferimento al generico articolo 650 del codice penale.

Nei locali invece, come bar e negozi, bisogna ottemperare alla nuova disposizione: apertura straordinaria dalle 6 alle 18 e obbligo di garantire la distanza minima di almeno un metro. In caso contrario, gli esercenti rischiano la sospensione dell’attività. Se il locale o negozio non consente tali norme, allora il decreto del premier ne obbliga la chiusura. La regola vale anche per i punti importanti come farmacie, para farmacie, negozi di beni di prima necessità ed altro.

Limiti e sanzioni in tutta Italia: cosa succede?

La nazione intera è ferma fino al 3 aprile: cosa significa? Pub, scuole di ballo, palestre, sale giochi, bingo, locali, discoteche e quant’altro, tutto chiuso. Per chi non rispetta le norme, sospensione dell’attività, valida anche per bar, e ristoranti. Con tutto il territorio italiano come ‘zona rossa’, non vi sono più distinzioni. Il nuovo Dpcm del 9 marzo porta poi due novità: da una parte è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi aperti o publici; dall’altra, sono sospesi tutti gli eventi sportivi, culturali, pubblici o privati. Solo le squadre di calcio italiano impegnate nelle competizioni europee sono escluse.

I prefetti, le forze dell’ordine: polizia, vigili del fuoco, carabinieri e forze armate hanno l’obbligo di far rispettare le norme e monitorare “l’attuazione delle misure previste in capo alle amministrazioni”. Per monitorare gli isolamenti domiciliari dei casi positivi di Covid-19 invece, vi sono gli operatori sanitari che, fra i tanti obblighi quotidiani, hanno quello di contattare le persone che hanno in sorveglianza.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

10 03 2020
Link copiato negli appunti