Le nuove disposizioni adottate dal Governo Conte hanno spinto anche le aziende automobilistiche del nostro territorio a muoversi di conseguenza per tutelare la salute dei lavoratori e non interrompere la produzione per evitare una crisi di portata decisamente grave.
Coronavirus: le mosse di FCA
Nei giorni scorsi avevamo annunciato le decisioni adottate dalla Maserati e dalla Ferrari a seguito dell’ingresso in fino al nove marzo era una provincia in zona rossa, cioè Modena. Sia la Casa del cavallino rampante che quella del Tridente hanno deciso di agevolare lo smart working ove possibile e di tutelare al massimo l’incolumità dei dipendenti costretti a recarsi presso le sedi.
Analoghe misure sono state prese anche dal resto del Gruppo FCA che ha deciso non solo di agevolare lo smart working, ma anche di sospendere tutte le trasferte non necessarie, effettuare lo screening dei visitatori e ridurre al minimo i contatti interpersonali.
Tutte queste misure sono state adottate per mantenere la continuità operativa in tutte le aree delle attività in Italia, nel rispetto delle nuove norme e disposizioni.
Coronavirus: i lavoratori di Pomigliano in sciopero
Le disposizioni di tutela adottate dal Gruppo FCA non sono però state accolte con favore dai lavoratori di Pomigliano. Presso il sito campano, dove viene prodotta la Panda , lavorano circa 5 mila persone.
Nella giornata di martedì 10 marzo è stato indetto un incontro tra le segreterie di Fim, Fiom, Uilm, FIsmic, Uglm, Aqcfr per chiedere di ridurre le cadenze e riorganizzare le postazioni di lavoro in modo da garantire quanto previsto dalle norme e tutelare la salute dei lavoratori.
Le risposte fornite ai lavoratori della stabilimento FCA di Pomigliano non sono state ritenute soddisfacenti e gli stessi hanno indetto spontaneamente uno sciopero che è iniziato alle 14:00 e che ha coinvolto quasi tutta la linea di produzione.
11 03 2020