L’emergenza coronavirus ha avuto conseguenze decisamente pesanti nel nostro Paese, costretto ormai ad un isolamento pressoché totale fino al 3 aprile per cercare di far calare il numero di contagi, ma anche all’estero le cose non vanno per nulla bene nonostante la gravità della situazione non sia, forse, stata ancora compresa.
Coronavirus: il caso Webasto
Se inizialmente si riteneva che il primo caso europeo di coronavirus fosse da addebitare al cittadino di Codogno, oggi il sospetto su chi sia il paziente uno ricade su un dipendete della azienda di componentistica bavarese Webasto .
Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio la società ha dapprima obbligato alla quarantena un dipendente dopo essere stato in contatto con una collega giunta da Shanghai, per poi chiudere tutte le sue sedi bavaresi nel momento in cui gli episodi di malattia sono proliferati per procedere alla sanificazione.
Coronavirus: Ford impone la quarantena a Colonia
Tra le aziende dell’automotive colpite dal coronavirus c’è anche la Ford. La Casa dell’Ovale Blu ha infatti comunicato a numerosi dipendenti del centro di ricerca e sviluppo nell’area di Colonia di mettersi in quarantena dopo che un impiegato è risultato positivo ai test relativo al Covid-19.
“Tutti i colleghi con i quali il dipendente ha avuto contatti diretti sono stati identificati e obbligati ad autoisolarsi e a seguire i consigli medici. Le operazioni aziendali non sono interessate. La salute e la sicurezza dei nostri dipendenti, rivenditori, clienti e partner sono sempre la massima priorità per la Ford“. Questo il testo del comunicato diramato dalla Casa.
Il centro dove è stata riscontrata la positività di un dipendente è quello di Merkenich, 15 Km a nord di Colonia. Il sito è di importanza strategica per il costruttore poiché al suo interno sono presenti il centro di progettazione europea Ford, due piste di prova, tre gallerie del vento, un laboratorio per gli incidenti, un centro acustico ed un laboratorio per le emissioni di gas di scarico.
Ford, inoltre, ha anche esteso il divieto globale di viaggi non essenziali dal 27 marzo al 17 aprile per ridurre la minaccia del coronavirus sulle sue attività.
10 03 2020
Ti potrebbe interessare
