Con l’obiettivo di contenere e contrastare nel modo più efficace possibile la diffusione del coronavirus, attualmente sono dieci i comuni iscritti alla cosiddetta zona rossa in Lombardia (Codogno, Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo, San Fiorano) e uno in Veneto (Vo’). L’accesso e l’uscita dai centri abitati sono severamente vietati. Previste sanzioni per i trasgressori, come riportato nel decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 febbraio: multa fino a 206 euro e detenzione fino a tre mesi.
Coronavirus, zona rossa: non si entra e non si esce
Come si legge su testate locali e nazionali, però, c’è chi infischiandosene delle indicazioni e mettendo a rischio sé stessi nonché la collettività oltrepassa senza autorizzazione i confini dei paesi elencati poc’anzi, complice anche le tante vie di accesso proprie di un territorio dove a collegare le località sono campi e strade sterrate, non tutte presidiate. Gli sforzi messi in campo dalle forze dell’ordine, comprensibilmente già provate per l’impegno di questi giorni su altri fronti, stanno comunque andando intensificandosi.
È bene ricordare che le imposizioni del Governo non vietano la circolazione dei veicoli all’interno della zona rossa, almeno per il momento. Non è detto che le misure applicate possano farsi più restrittive in caso di necessità o che nell’elenco dei comuni interessati possa allungarsi. L’invito rivolto a tutti è quello di collaborare e seguire le indicazioni fornite, per il bene collettivo .
Prendiamo come riferimento il sito del Comune di Codogno, in provincia di Lodi, quello in cui è stato registrato il primo caso di contagio da coronavirus. La pagina dedicata all’allerta sanitaria, oltre a comunicare l’elenco delle strutture chiuse (scuole, palestre, bar e ristoranti), la lista dei servizi operativi (consegna pasti a domicilio, raccolta rifiuti, farmacie) e dei supermercati aperti, allega il “Modello per richiesta deroga entrata/uscita zona rossa” da compilare e inoltrare all’indirizzo email della Prefettura locale in caso di necessità, specificando la motivazione della richiesta. Nel documento leggiamo:
Il datore di lavoro si impegna a garantire la sorveglianza sanitaria per la verifica quotidiana dello stato di salute con riguardo ai sintomi e segni della COVID19.
L’autorizzazione viene dunque concessa esclusivamente al fine di svolgere l’attività professionale. Modalità simili per Casalpusterlengo, Castiglione d’Adda e per gli altri comuni lombardi interessati, così come per Vo’ in provincia di Padova. Per qualsiasi altra esigenza, anche di carattere sanitario , l’invito è a rivolgersi ai numeri predisposti: 112 per le emergenze e 1500 per informazioni.
26 02 2020