No, il Dieselgate non è finito e per Daimler (aka Mercedes-Benz) potrebbe ancora costare più di quanto inizialmente previsto. Lo strascico dello scandalo dei test sulle emissioni potrebbe infatti avere ancora un seguito legale che pesa ad oggi qualcosa come 900 milioni di euro .
Quando a fine 2019 Daimler accettava la sanzione da 870 milioni di euro, formalmente chiudeva uno scandalo che, scoppiato attorno ai test per le emissioni dei modelli Classe C e Classe E , riversava sul gruppo i medesimi strali già esplosi in Volkswagen in prima istanza. Sui due modelli, infatti, è stato identificato un software in grado di aggirare i test sulle emissioni, limitando i valori durante cicli di test standard. Oggi il problema trova però un’improvvisa appendice: oltre 200 azionisti (europei, americani, asiatici e australiani) avrebbero chiesto al gruppo qualcosa come 900 milioni di euro di risarcimento.
La colpa dell’azienda sarebbe stata quella di una mancata informazione sullo scandalo, lasciando così gli azionisti con il cerino in mano una volta esploso il problema a livello mediatico. La “negligenza” passata in giudicato con la prima sanzione da 870 milioni non ha dunque direttamente a che vedere con questa nuova causa che mette Daimler contro i suoi stessi investitori (dei quali al momento non si fa menzione, ma includerebbero banche, fondi di investimento, assicurazioni e fondi pensione che hanno investito nel gruppo tra il 2012 e il 2018).
Daimler da parte sua rigetta le accuse, definendole prive di merito. La prossima puntata sarà in tribunale, dove il Dieselgate è destinato a iniziare un inatteso secondo tempo.
09 01 2020