FCA: l'impianto di Melfi resta chiuso fino al 13 aprile

Il Gruppo FCA aveva ipotizzato una graduale ripresa delle operazioni a partire dal 6 aprile, ma lo stabilimento di Melfi resterà chiuso almeno fino a dopo Pasqua a seguito del nuovo decreto di Conte.
Il Gruppo FCA aveva ipotizzato una graduale ripresa delle operazioni a partire dal 6 aprile, ma lo stabilimento di Melfi resterà chiuso almeno fino a dopo Pasqua a seguito del nuovo decreto di Conte.

Non sarà possibile riavviare la produzione dello stabilimento FCA di Melfi il 13 aprile come previsto. E’ questa la notizia che emersa al termine dell’incontro tra i vertici del gruppo automobilistico e sindacati dei metalmeccanici e dei quadri Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf.

FCA: la proroga della chiusura di Melfi

I piani originari di FCA erano quelli di tenere chiuso il sito produttivo in Basilicata sino al 6 aprile per poi ripartire gradualmente ed avviare le linee di produzione soltanto della Compass. Nella stessa data ipotizzata in origine, poi, avrebbero dovuto riaprirsi i cancelli dello stabilimento di Mirafiori per consentire agli operai di tornare al lavoro per la realizzazione della Fiat 500 elettrica .

L’intervento al Senato del Ministro della Salute Roberto Speranza ha di fatto spento anche il più flebile entusiasmo poiché il governo ha deciso di prolungare le misure restrittive almeno sino al lunedì di Pasqua.

Nella giornata di ieri è stata organizzata una conference call tra FCA e le sigle Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, ed ovviamente, a seguito del nuovo decreto firmato dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, è stato deciso di prolungare la chiusura dello stabilimento di Melfi fino al 13 aprile .

In una nota rilasciata da FCA l’azienda ha comunicato di essere al lavoro con i sindacati: “per mettere in campo tutte le azioni necessarie al fine di tutelare la salute dei lavoratori, perseguire le normative sanitarie previste dal governo e discutere della situazione in merito al trasporto dei lavoratori “.

L’emergenza coronavirus sta mettendo in ginocchio l’intero settore automotive. Il calo nelle vendite registrato a marzo, di poco superiore all’85%, è stato il campanello di allarme di una situazione mai sperimentata in precedenza.

Il lockdown imposto alla popolazione si è rivelato la scelta corretta per frenare la curva di crescita dei contagi, ma adesso è il momento di programmare la ripartenza, di trovare il modo di tornare a produrre adottando tutte le misure di sicurezza possibili, il momento di mettere nuovamente in moto il motore produttivo del Paese prima che sia troppo tardi.

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03 04 2020
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