Ripartire per cercare di cancellare un mese di marzo oggettivamente complicato. Tutte le Case costruttrici stanno riavviando, seppur gradualmente, le rispettive aziende per cercare di tornare ai ritmi produttivi precedenti all’esplosione della crisi.
In Italia la fase 2, cioè la riapertura di buona parte delle attività, dovrebbe scattare dal 4 maggio, ma alcune aziende del settore automobilistico, come FCA , hanno deciso di anticipare di una settimana questo momento.
FCA: si riparte in accordo con i sindacati
Il Gruppo Fiat Chrysler ha svolto un grande lavoro di intesa con le sigle sindacali dei lavoratori per garantire una serie di misure atte a tutelarne la salute nel momento in cui sarebbe stato possibile tornare in fabbrica.
Gli stabilimenti che riprenderanno gradualmente la produzione sono quelli del Ducato in Sevel e di alcuni reparti connessi per la componentistica a Melfi, Pomigliano, Termoli e Mirafiori, dove si faranno anche le preserie prototipali della 500 elettrica nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo già autorizzate.
Per la riapertura dei cancelli FCA seguirà la strada della autorizzazione prefettizia, informando il governo.
Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri hanno rilasciato un comunicato nel quale hanno dichiarato: “Nei prossimi giorni in ogni caso terremo incontri e sopralluoghi per essere certi che comunque quando si avrà la ripresa produttiva su realizzi nel rispetto delle misure e azioni di sicurezza necessarie a partire dalla garanzia per una mobilità pubblica casa lavoro che tuteli dai rischi di contagio le lavoratrici e i lavoratori“.
FCA: serve uniformità nelle Regioni
Gli stabilimenti del Gruppo FCA che andranno a riaprire saranno dislocati in diverse regioni, ed è quindi fondamentale che vi sia un intervento governativo per disciplinare la ripresa delle attività.
Questa è la richiesta giunta da Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto: “La riapertura di Sevel comporta il riavvio di reparti a Mirafiori, Cassino, Pomigliano e Termoli. inoltre a Mirafiori saranno effettuate alcune preserie della 500 elettrica, ma ciò avverrà nell’ambito di quella attività di ricerca che rientra nei codici ateco“.
“Si tratta di realtà dislocate su regioni diverse e, per scongiurare la possibilità di pronunce diverse, sarebbe opportuno che il Governo si pronunciasse centralmente. La domanda di Fca verte sulla strategicità di Sevel, requisito in base al quale altri hanno già ottenuto l’autorizzazione“.
“La fase 2 sta di fatto partendo con le richieste di autorizzazione sempre più numerose ai prefetti. È essenziale però che avvenga in modo graduale e in piena sicurezza sia all’interno dei luoghi di lavoro sia nell’ambiente circostante, in particolare nei mezzi pubblici che devono essere adeguati“.
A fare eco alle richieste della Uilm sono giunte anche le voci di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive e Simone Marinelli, per la Fiom-Cgil nazionale: “L’eventuale ripartenza della Sevel prima del 4 maggio è di fatto la partenza di più stabilimenti in più regioni, dalla Puglia al Molise alla Campania al Piemonte oltre a diverse aziende della componentistica situate non solo in Abruzzo“.
“Chiediamo al Governo ed ai Ministeri coinvolti di avviare urgentemente un confronto per stabilire se vi sono le condizioni generali per la ripartenza della Sevel e di tutta la componentistica e comunque di realizzare un piano per garantire la salute e la sicurezza di tutte le lavoratrici ed i lavoratori sui territori interessati“.
22 04 2020