Un editoriale pubblicato su Forbes in queste ore va all’attacco di Tesla denunciando la grave coltre di opacità che circonderebbe l’azienda e che contribuirebbe a gonfiarne appetibilità e valore. La firma è quella di Jim Collins e l’attacco è frontale: non si tratta di una analisi tecnica sui veicoli, né una disamina finalizzata a sgonfiare le aspettative ispirate dalla vision del CEO Elon Musk. Piuttosto, la critica è rivolta ad un meccanismo – innescato dalla stessa Tesla , ma alimentato da altri attori interessati – che consente al gruppo di proseguire sulla sua strada senza dover fare i conti trimestre per trimestre con i risultati conseguiti.
L’opacità dei numeri Tesla
Secondo Collins, le informazioni dovrebbero essere al centro di ogni valutazione, ma così non è: non è chiaro quante siano le vetture commercializzate dal gruppo Tesla, né si sa l’andamento dei differenti modelli. A spanne (perché non ci sono molti altri strumenti per procedere nelle valutazioni) Forbes ipotizza che il numero di vetture vendute a fine anno da Tesla non potrà mai raggiungere le 500.000 unità così come previsto da Musk, il che renderebbe fortemente gonfiato il valore in borsa attuale. Inoltre si prospetta una forte cannibalizzazione dei vecchi modelli da parte di quelli nuovi, il che riduce il numero di Tesla potenzialmente in circolazione e soprattutto comprime il perimetro della community di utenti in possesso dell’auto elettrica per eccellenza.
Succede solo con Tesla? No, tutt’altro: la critica di Collins è generalizzata, ma il dito è puntato contro Tesla poiché è questo il titolo al centro della scena ormai da alcune settimane a seguito del grande rally che ha portato le azioni a sfiorare i 1000 dollari di valutazione. Collins porta avanti anche un parallelismo con Apple , il cui valore in borsa sarebbe salito notevolmente dal giorno in cui il gruppo ha smesso di ufficializzare il numero di iPhone venduti. Apple a suo tempo spiegò che questo aspetto perdeva di importanza perché il margine diventava l’elemento fondamentale per valutare la salute del modello di business, ma intanto i numeri son stati nascosti.
Così Tesla, così Apple: numeri nascosti, hype crescente, valore in ascesa. Quando si ipotizza il rigonfiamento di una bolla destinata presto o tardi ad esplodere tra le mani degli azionisti, sono esattamente questi i sintomi che portano gli analisti ad argomentare contro le quotazioni attualmente raggiunte. Collins chiede per Tesla semplicemente maggior trasparenza, mettendo dati reali in mano agli investitori affinché possano operare scelte ponderate e non basate sull’hype portato online dalla narrazione Tesla-centrica.
13 02 2020