In Francia arrivano pene durissime per chi decide di “truccare” la eBike al fine di aumentarne la potenza, e quindi, la velocità. Un po’ come avveniva per i motori ‘50 diversi anni fa, sembra che gli utenti di oggi nel territorio oltralpe, spiano inclini al modificare l’erogazione delle biciclette a pedalata assistita.
EBike: cosa dice la Legge in Francia?
Secondo la Legge infatti, le eBike devono avere una potenza che non superi i 250 W, e possono spingersi fino ad un massimo di 25 km/h. Sul mercato si possono trovare anche diversi modelli ben più prestanti di quelli comuni, ma che non rientrano nella particolare categoria di biciclette a pedalata assistita e quindi godono di altri obblighi, come ad esempio, la targa.
Per molti, la velocità massima di queste biciclette è decisamente bassa, pertanto decidono di “truccare” il motore così da raggiungere la velocità di 45 km orari , diventando equiparabili in tutto e per tutto ad un classico scooter con motore 50cc. E’ una pratica assai rischiosa dal punto di vista della solidità generale del veicolo, in quanto, essendo un mezzo pensato per la micro-mobilità su piste ciclabili, non può garantire la stessa sicurezza che si potrebbe avere con una moto o scooter che esce di fabbrica con tale potenza.
Le autorità francesi per porre quindi un freno a questa situazione – ovviamente illegale – hanno pensato di creare una legge apposita (la Provision I,317-1). Le pene per chi viene ‘pizzicato’ con una eBike truccata sono salatissime. Si parla addirittura di una multa da ben 30.000 euro, con la reclusione in carcere fino ad un anno.
Per tutte le aziende che costruiscono o commercializzano bici a pedalata assistita, non conformi alla legge invece, la multa rimane invariata di 30.000 euro, mentre gli anni in carcere possono raddoppiare . Pene sin troppo severe? Forse sì, ma è perché il problema c’è ed è reale.
13 03 2020