General Motors investirà in Bitcoin come ha fatto Tesla ? No.
General Motors potrebbe accettare pagamenti in Bitcoin come farà Tesla ? Forse.
Due risposte secche, con le quali l’amministratore delegato di General Motors, Mary Barra, ha tagliato corto sul tema ed ha così voluto posizionare il proprio gruppo in posizione antitetica rispetto a quello guidato da Elon Musk .
General Motors, così sui Bitcoin
La posizione di Mary Barra è improntata sull’estremo equilibrio e sembra poter riassumere per larghi tratti quella che è la posizione di un intero settore. Se Tesla si butta sulle montagne russe dei Bitcoin, infatti, lo fa per un proprio tornaconto (in primis) e perché la sua peculiare metodologia di vendita consente di agire con maggior elasticità su progetti di questo tipo. GM, per contro, deve rispondere anche per conto dei propri concessionari sul territorio e non intende avviare ora la discussione.
Questo non significa che GM non guardi a quanto accade nel mondo, anzi: gli analisti del gruppo stanno vagliando ogni possibilità e non si esclude che in futuro il brand possa adottare i pagamenti in Bitcoin per le proprie vetture. Non ora, però, né tantomeno attraverso un investimento massivo come quello fatto da Tesla (ben 1,5 miliardi di dollari per quella che è una chiara speculazione finalizzata a finanziare acrobaticamente le attività del gruppo stesso, in perfetto stile Musk).
Insomma: se i Bitcoin diventeranno realmente una moneta corrente che l’utenza dimostrerà di voler utilizzare, e se il prezzo non subirà variazioni tali da impedire una contabilizzazione affidabile per i bilanci dell’azienda, allora le criptovalute potranno essere accettate. Una stablecoin avrebbe probabilmente più possibilità, poiché meglio rispondente alle esigenze di bilancio di un gruppo come GM, ma non ci sono veti né preclusioni ideologiche. General Motors, insomma, vuol fare la sua strada senza che sia Tesla a tirare per la giacchetta l’intero comparto.
11 02 2021