Quella che oggi è una delle maggiori aziende produttrici di mascherine sanitarie al mondo, fino a pochi mesi fa era semplicemente una delle tante aziende produttrici d’auto in Cina. Auto, esatto: si chiama BYD ed è un gruppo impegnato da sempre in soluzioni innovative che vanno dall’auto elettrica all’elettronica di consumo.
Poi, però, è arrivato il Coronavirus.
BYD: così l’industria si converte per la Covid-19
La storia è venuta a galla in questi giorni, ma in realtà affonda le radici alla prima fase della pandemia da Coronavirus, ossia ai giorni che hanno congelato la città di Wuhan e che hanno fatto vedere al mondo di cosa fosse capace questo virus. Messa in ginocchio dagli eventi, l’industria cinese si è interrogata su cosa si potesse fare per reagire al problema e per gli ingegneri BYD la soluzione è scattata rapidamente: nel giro di poche settimane le prime linee erano già pronte, riuscendo a convertire la produzione tradizionale per giungere alla produzione di materiale sanitario .
Oggi, dichiara BYD, l’azienda è capace di produrre 5 milioni di mascherine e 300 mila bottiglie di disinfettante gel al giorno, aiutando così il Paese a rispondere alla mancanza di materiale di prima necessità presso i centri ospedalieri.
L’inizio della conversione è datato 8 febbraio, quando l’allarme era ormai conclamato: centinaia di persone hanno lavorato giorno e notte per mettere in piedi in due settimane quel che solitamente richiederebbe due mesi di lavoro. Il tutto è stato fatto inoltre con materiale già disponibile presso l’azienda, senza reperire alcunché altrove in un momento nel quale anche gli spostamenti sarebbero complessi. Le linee stanno inoltre aumentando i volumi di produzione, riuscendo ad aggiungere ogni giorno il 10% di produzione in più ai volumi già conseguiti.
Un problema è diventato una grande opportunità. Anche in un momento di crisi, anche nella zona del mondo più colpita, esistono possibilità di rilancio.
17 03 2020