Secondo quanto si evince dai dati di vendita, le immatricolazioni delle auto a batteria hanno subito un forte incremento, in un settore fortemente colpito dalla crisi economica, e che ha visto – nel solo mese di maggio – una flessione di oltre il 50%.
Auto elettriche bene, ma le altre scendono a picco
Se si guarda il settore dell’automotive da un determinato lato, si potrebbe pensare che maggio sia stato un normale mese con i suoi pro e contro, all’interno del mercato delle vendite di automobili. Risulta essere ben lontano infatti lo scenario pandemico a cui abbiamo assistito in questi mesi: i concessionari sono aperti dal 4 maggio, come se nulla fosse (fatta eccezione per le numerose regole per il distanziamento sociale); ma i dati di vendita parlano chiaro: gli effetti del CoVid-19 sull’economia mondiale sono molto pesanti. Basti pensare che la flessione è stata superiore al 50% in un solo mese; c’è tuttavia un simbolo di speranza e di rinascita, fornito dall’incremento del 55% segnato grazie alla vendita di auto elettriche. A maggio infatti ben 1816 auto sono state immatricolate ; un valore alquanto positivo se si pensa il particolare momento storico che abbiamo affrontato.
Osservando le vendite prodotte, oltre alle elettriche – che hanno letteralmente spopolato, forti di ingenti incentivi statali – anche il mercato delle ibride ha segnato un incremento positivo . Il 18% in più nelle vendite, a dispetto delle benzina (-52%) e delle diesel (-56%). Inspiegabilmente male anche le vendite delle auto a gas, GPL e metano.
La categoria più fiorente oggi è quella delle full electric: al primo posto troviamo la Renault Zoe, seguita dalla Smart ForTwo elettrica e dalla Volkswagen e-Up!. Non male anche per la Opel Corsa-e e per la cugina neopatentati/”>Peugeot e-208. Seguono nella classifica: Nissan Leaf, la Tesla Model 3, l’iconica Hyundai Kona e la Mini Cooper SE. All’ultimo posto invece, la Smart ForFour elettrica.
Le parole dell’UNRAE e dell’ANFIA
Tornando però a parlare dei dati catastrofici di maggio, urge effettivamente un rimedio a tale problema. Il presidente dell’UNRAE Michele Crisci non si dichiara positivo, anche a fronte dei numeri nel settore dell’elettrico e sottolinea come “la maggior parte delle consegne avvenute lo scorso mese è da imputare ad ordini sottoscritti prima della pandemia. Non per niente gli ordini sono calati in modo più rilevante (-60%) rispetto a maggio 2019. L’emergenza è tutt’altro che superata e la riapertura delle concessionarie non è una misura sufficiente per il rilancio del settore”.
Continua poi nel suo discorso, rincarando la dose sugli aiuti necessari da fornire alle compagnie produttrici: “Servono provvedimenti immediati e concreti che diano sostegno reale al comparto dell’auto. Si chiede al governo che si adotti un regime fiscale per le auto aziendali in linea con gli altri paesi europei, in cui l’Iva è detraibile al 100%, oltre che un ampliamento dell’ecobonus e un’accelerazione nell’erogazione dei contributi e dei finanziamenti approvati dal Decreto Liquidità alle aziende: sono necessari per mantenere i livelli occupazionali”.
Il presidente di ANFIA invece, Paolo Scudieri, critica la mancanza di effettivi piani di rilancio per l’Italia, come invece altri Paesi europei hanno fatto: “Quel che è peggio è che le istituzioni a tutti i livelli non sembrano voler riservare un posto al nostro comparto nel futuro del Paese. Oltre alla mancanza di un piano di rilancio della filiera che invece altri major market europei, come la Francia, hanno già messo in campo per risollevare la domanda e per agevolare la transizione energetica, si avvertono espliciti segnali di ostilità e discriminazione”.
08 06 2020