Ufficiale: si è appena esaurito il fondo di denaro destinato alle auto ibride aventi emissioni di Anidride Carbonica comprese fra i 61 e i 90 grammi per km; stiamo parlando delle ibride non Plug-In. Il tutto, nonostante dovessero bastare per mesi e mesi, si è esaurito in poco più di 90 giorni dal momento in cui i soldi erano stati stanziati per tutte le auto aventi valori compresi fra i 61 e i 110 grammi per km di CO2.
Incentivi Auto: ci sono i soldi per le Plug-In e le full-electric
Chi fosse interessato alle full-electric e alle Plug-In aventi consumi compresi fra 0 e 61 g/km, potrà ancora usufruirne. Ricordiamo che dei 50 milioni inizialmente stanziati, si è passati a 21 milioni ancora disponibili. In più c’è ancora il fondo dell’Ecobonus. Nessun problema dunque per chi fosse intenzionato ad acquistare una Fiat 500e per esempio, o una Tesla Model 3, così come una Zoe. Per quanto concerne le auto con emissioni comprese fra 60 e 90 g/km di CO2 non ci saranno nuovi fondi e ciò ha turbato non poco i cittadini. L’UNRAE stessa si è ribellata chiedendo un cospicuo rifinanziamento in merito, ma nulla sembra esser stato risolto. Michele Crisci , presidente dell’associazione, ha così ribadito:
Il sistema messo in campo dal Governo contiene forti elementi di rigidità e alcuni profili incoerenti con quanto ritenuto essere lo spirito di sostegno e cioè la ripresa del mercato ed il rinnovo del parco circolante. La rigidità principale consiste nell’impossibilità di travasare le risorse da una fascia emissiva all’altra o di prevedere un fondo unico, che si traduce nel rischio di lasciare inutilizzati parte dei fondi pur a fronte di una quota di domanda che resta così insoddisfatta. È più che mai urgente rifinanziare il fondo esaurito per non frenare la crescita di un settore già fortemente colpito nei mesi scorsi dall’emergenza sanitaria.
Il Governo pare che stia studiando un piano per gli incentivi del 2021. Ora con l’imminente lockdown alle porte, ci sarà un’ulteriore botta all’economia e all’industria dell’automotive. Se abbiamo avuto primi timidi segnali di ripresa a settembre, adesso il mercato è nuovamente in negativo. Ad oggi la prospettiva per questo settore non è delle più rosee e versa in grave crisi. Considerando che rappresenta il 10% del PIL italiano , è lecito attenderci nuove mosse da parte dello Stato, ma per ora tutto tace. Speriamo bene.
08 11 2020