Secondo quanto riferito, dal Centro Studi Promotor, il mancato rifinanziamento degli incentivi auto in Italia è stato “un clamoroso autogol”, come lo definiscono. Secondo i loro dati, il gettito era già preoccupante nel 2019, quando ammontava a 7,9 miliardi. Nel 2020 invece, il gettito potrebbe arrivare a 5,2 miliardi, con un calo drastico di 2,7, il tutto dovuto alla mancanza di nuovi incentivi per auto Euro 6.
Incentivi auto: interviene Promotor, UNRAE e Federauto
La contrazione degli ingressi, come spiega il Centro Studi Promotor, potrà essere colmata soltanto “se il Governo e il Parlamento decideranno tempestivamente di rifinanziare lo stanziamento degli incentivi alla rottamazione per vetture con emissioni comprese tra 91 e 110 g/km“.
Di fatto, hanno affermato:
Clamoroso autogol dello Stato per il mancato rifinanziamento degli incentivi di autovetture nella fascia con emissioni comprese tra 91 e 110 grammi di CO2 al chilometro. Gli incentivi a carico dello Stato per le autovetture ricadenti in questa fascia di emissioni erano fissati in 1.500 euro per gli acquisti con rottamazione e 750 euro per quelli senza rottamazione. Si tratta di cifre largamente inferiori al gettito IVA che proviene dalla vendita di un’autovettura con emissioni di CO2 comprese tra 91 e 110 g/km. E’ quindi del tutto evidente che il rifinanziamento degli incentivi per questa fascia di autovetture, che è la più richiesta tra quelle incentivate, darebbe un contributo notevole al ridimensionamento del calo del gettito iva derivante dalla vendita di autovetture nuove nel 2020.
Secondo le stime del Centro Studi Promotor, nel 2019 questo gettito è ammontato a 7,9 miliardi. Nel 2020, con il venir meno degli incentivi per la fascia di auto sopra indicata, questo gettito potrebbe ridursi a 5,2 miliardi, con un calo rispetto al 2019 di 2,7 miliardi. Questa pesante contrazione delle entrate fiscali, sottolinea il Centro Studi Promotor, può essere ridotta “se governo e parlamento decideranno tempestivamente di rifinanziare lo stanziamento degli incentivi alla rottamazione per vetture con emissioni comprese tra 91 e 110 g/km.
In difesa di ciò, sono intervenute anche Federauto e UNRAE, che criticano il Governo per aver sprecato un’occasione, non fornendo ulteriori aiuti statali per chi intendeva acquistare un’auto Euro 6. La scelta vanifica anche i benefici ottenuti sino a questo punto. Si legge a tal proposito:
Si tratta di una scelta che sfiora l’autolesionismo, visto che gli incentivi già varati e presto esauriti non solo hanno ravvivato un mercato in fortissima crisi e salvato posti di lavoro, ma hanno prodotto in poche settimane un maggiore incasso per lo Stato e contribuito positivamente al PIL. Le misure, che si sono complessivamente autofinanziate, hanno infatti fruttato ulteriori 58 milioni di euro incrementali in gettito IVA, oltre ai maggiori introiti legati all’immatricolazione dei veicoli, tra cui l’IPT.
I dati diffusi nei giorni scorsi sulla confortante ripresa del mercato grazie agli incentivi sono la dimostrazione tangibile di quanto sia stato efficace questo strumento. Rispetto al mese di settembre dello scorso anno assistiamo, nello stesso periodo, all’immatricolazione di oltre 13.600 vetture in più (+9,5%) e ad un incremento del 47,4% di auto rottamate. Inoltre, il beneficio ambientale è palpabile: le emissioni medie di CO2 delle vetture immatricolate sono scese a livelli minimi (da 118,4 a 105,6 g/Km), circa l’11% in meno.
09 10 2020