Una Lamborghini 400 GT 2+2 degli anni ’60 si è concessa un giro speciale per le vie di Londra, in occasione del 60° compleanno di “Love Me Do”, primo single dei Beatles, lanciato il 5 ottobre 1962. La coupé del “toro” è entrata in azione tra i mitici studi di Abbey Road, dove la band inglese incise quasi tutti i suoi dischi, e Savile Row , dove sul tetto del quartier generale dell’Apple Corps si esibì, a sorpresa, in un concerto improvvisato di 42 minuti, il 30 gennaio del 1969.
Quella fu l’ultima esibizione pubblica dal vivo di John Lennon e soci. Davanti all’edificio era parcheggiata una Lamborghini 400 GT 2+2 Rosso Alfa, con interni neri. La presenza della vettura sportiva di Sant’Agata Bolognese trova conferma nel recente documentario “Get Back” di Peter Jackson. Pare che appartenesse a Paul McCartney , grande appassionato di auto, come i colleghi. Anche se manca una documentazione ufficiale, in grado di certificare la cosa, ci sono numerose fonti che avallano la tesi.
Questa coupé scrisse uno dei primi atti del cammino commerciale della casa automobilistica italiana, fondata appena tre anni prima. Sin da subito si affermò come una granturismo di altissime doti . La Lamborghini 400 GT 2+2 univa bene la velocità e la comodità. In un certo senso era anche pratica, perché il suo abitacolo dava la possibilità di viaggiare in quattro, regalando agli ospiti emozioni di taglio sportivo.
Il suo stile, molto particolare, fu il frutto dell’estro creativo della Carrozzeria Touring . Anima viva del modello è un motore V12 aspirato da 4 litri di cilindrata, capace di sprigionare una potenza massima di 320 cavalli. Le prestazioni sono di alto rango anche per i canoni odierni, con una punta velocistica di 260 km/h e un passaggio da 0 a 1000 metri in poco più di 26 secondi. Dopo di lei giunse la Islero. I Beatles, però, si legarono alla Lamborghini 400 GT 2+2.
05 10 2022