E’ un momento drammatico quello che sta vivendo il settore automotive. La pandemia da COVID-19 , infatti, ha costretto praticamente tutti i costruttori a sospendere temporaneamente la produzione per tutelare la salute degli operai impiegati nelle fabbriche, ma anche per affrontare un drastico crollo della domanda.
Proprio quest’ultimo aspetto è quello maggiormente allarmante. L’UNRAE, l’associazione l’associazione dei costruttori esteri, ha diramato le percentuali del calo delle vendite rispetto al mese di marzo del 2019 ed il dato è impressionante: -86%.
Mercato auto: le proposte di UNRAE
Per far fronte a questa emergenza, che andrà ad impattare negativamente anche sui posti di lavoro del settore automotive, UNRAE ha voluto fornire alcune soluzioni da intraprendere con estrema celerità .
Michele Crisci, presidente dell’associazione, ha lanciato il grido d’allarme: “Il mercato dell’auto a marzo perde l’85,6% a causa della crisi scatenata dalla pandemia di Coronavirus. A rischio è il 15-20% dei 150mila lavoratori del settore. Non c’è più liquidità in entrata mentre le uscite proseguono. E’ necessario che il governo pensi a un piano di protezione affiancato a un piano di stimoli per il settore“.
“Nei prossimi 18-24 mesi sono necessari circa 3 miliardi di euro per garantire la ripartenza del mercato dell’auto in Italia. Nella cifra sono compresi incentivi, defiscalizzazione, adeguamento fiscale e aiuti al livello industriale“.
C’è da dire che il 2020 per il settore dell’auto non era partito bene. A gennaio ed a febbraio, infatti, era stata registrata una contrazione tra il 7 e l’8% rispetto a 12 mesi fa, ma la pandemia da COVID-19 ha inferto una mazzata tremenda.
Stando alle previsioni dell’UNRAE, se la chiusura delle attività dovesse protrarsi fino a tutto il mese di maggio si potrebbe sperare in una graduale ripresa verso la seconda metà dell’anno. Se così fosse si potrebbe stimare una vendita 1,31 milioni di auto nel 2020 facendo così tornare il settore alla alla crisi di una decina d’anni fa .
L’UNRAE, per fronteggiare questa emergenza, ha proposto una serie di incentivi da mettere in campo subito per rimodulare l’attuale offerta di ecobonus .
Attualmente sono presenti due scaglioni: il primo, riservato alle vetture con emissioni da 0 a 20 grammi di CO2 al km, cioè le auto elettriche, ed un secondo dedicato alle auto con emissioni da 21 a 60 g/km, cioè le ibride plug-in.
La proposta di UNRAE è quella di ridurre l’incentivo riservato alle auto plug-in hybrid ed introdurre una una terza fascia, dedicata alle auto con emissioni da 61 a 95 g/km di CO2 c osì da abbracciare non solo le vetture full e mild hybrid, ma anche quelle motorizzate benzina e diesel meno inquinanti.
Per questa terza fascia è stata proposta l’adozione di incentivi nella misura da 2.000 euro in caso di rottamazione e di 1.000 euro senza.
La seconda proposta ha invece riguardato il settore delle auto aziendali. L’associazione ha suggerito al governo di adottare misure che vadano a toccare il trattamento fiscale delle auto aziendali con un aumento del tetto del costo massimale deducibile fino a 50mila euro, un aumento della quota ammortizzabile fino al 100% e un incremento sempre fino al 100% della detraibilità dell’IVA per aziende e professionisti.
Crisci ha specificato come l’adozione di queste misure potrebbe garantire una vendita di circa 200.000 auto nel 2020, aumentando così la previsione da 1,3 a 1,5 milioni di immatricolazioni quest’anno, ed ha poi spinto il governo ad ascoltare l’UNRAE perché: “Ogni 100 mila auto nuove vendute, lo Stato guadagna mezzo miliardo di euro di Iva. Quindi, mettendo in campo questi incentivi, lo stato investirebbe in un settore che contribuisce per quasi il 10% al Pil italiano e recupererebbe un miliardo di euro“.
01 04 2020