Ripartire gradualmente tutelando prima di tutto la sicurezza dei lavoratori. E’ questo l’obiettivo che si è prefissato il Gruppo PSA per cercare di rialzare la testa in un momento di lockdown che ha praticamente messo K.O. il settore automotive.
PSA: il protocollo sanitario
Come tutte le aziende automobilistiche del globo anche il Gruppo PSA , nel momento in cui la diffusione del coronavirus è esplosa in Europa, ha deciso di sospendere temporaneamente le proprie linee produttive per tutelare la salute dei lavoratori impiegati in fabbrica e per fronteggiare un calo della domanda decisamente drastico.
Il Gruppo transalpino ha consentito a tutti i propri dipendenti amministrativi di poter proseguire le attività lavorative da casa tramite smart working, mentre in caso di presenza necessaria nei siti operativi, come ad esempio quelli impegnati nei magazzini centrali per la distribuzione dei ricambi, sono state adottate misure ulteriormente stringenti per la tutela della salute .
Sulla base di questa esperienza, PSA ha redatto un protocollo sanitario che prevede alcune importante misure di prevenzione. Tra queste, ad esempio, si segnalano gli obblighi di misurazione della temperatura, di indossare la mascherina sul posto di lavoro, e del rispetto delle distanze tra le persone nelle sale riunioni, in ogni postazione di lavoro o nelle aree di pausa con una segnaletica sul pavimento.
Analogamente, al fine di evitare il contatto con le maniglie, PSA ha previsto l’obbligo di tenere aperte le porte ad eccezione di quelle antincendio, nonchè la pulizia e la disinfezione degli utensili e delle superfici di lavoro ogni 60 minuti.
Inoltre, sempre all’interno del protocollo sanitario redatto da PSA, è stata prevista una pausa aumentata di 5 minuti per consentire ai dipendenti di lavarsi le mani, la separazione di 30 minuti tra i turni per evitare incroci tra il personale ed il raddoppio delle linee di autobus per garantire il distanziamento tra i passeggeri.
PSA: le critiche dei sindacati
Il protocollo sanitario redatto dal Gruppo transalpino è stato sottoposto all’attenzione delle organizzazioni sindacali, ma la replica di queste non è stata assolutamente favorevole .
Le misure previste da PSA erano state redatte elenco in collaborazione con i medici e i dipendenti, ma nonostante ciò il riscontro delle organizzazioni dei lavoratori è stato negativo.
Sebastien Leroy, membro del sindacato della CFTC presso l’impianto di Valenciennes, ha spiegato: “Riavviare la produzione prima del previsto è alquanto irrazionale. Prima bisogna attendere che il picco dei contagi da Coronavirus sia alle spalle”.
Carlos Tavares, presidente del direttorio di Groupe PSA, ha invece commentato: “Non scenderemo a compromessi sulla salute dei nostri dipendenti, in modo che la ripartenza industriale necessaria alla sostenibilità dell’azienda possa avvenire in condizioni ottimali. Ho piena fiducia nella capacità dei dipendenti di Groupe PSA di contribuire all’uscita da questa crisi rifiutando la fatalità. La nostra combattività e la nostra forza mentale collettiva sono tutte risorse fondamentali che mettiamo al servizio dei nostri concittadini“.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, sembra che lo scontro tra dirigenza e sindacati sia in pieno svolgimento. In questo momento, però, serve la collaborazione da parte di tutti per cercare di tornare ad una parvenza di normalità in tempi brevi.
01 04 2020