Inutile negarlo; lo scenario pandemico a cui abbiamo assistito in questi mesi ha causato non pochi problemi al settore dell’automotive, anche se ci sono aziende che sono riuscite a registrare degli utili, nonostante tutto. Pensiamo al gruppo PSA – prossimo alla fusione con FCA – e a Tesla. Per tutte le altre holding purtroppo, la situazione è drastica e drammatica. Pensiamo al gruppo Renault (composto da Nissan, Mitsubishi e Renault stessa) che segna un -7, 386 milioni di euro.
Renault: cosa succede?
Delle tre aziende facenti parte del gruppo Renault, Mitsubishi è quella che ha registrato il peggior risultato; l’azienda ha eliminato i rapporti in Europa e ha chiuso i battenti alla sua fabbrica in Giappone. Nissan invece, ha perso ben 4,817 milioni di euro. Questi numeri sono molto pesanti e descrivono appieno le conseguenze terribili causate dai mesi di lockdown governativi, fatti per arginare i contagi da CoVid-19. C’è da dire che la pandemia non ha fatto altro che peggiore uno scenario non positivo per i brand.
Purtroppo, osservando nel dettaglio le vendite del gruppo, si nota una diminuzione del 34,9% nei primi sei mesi all’interno del mercato globale. Se calcoliamo che il fatturato cala di conseguenza, troviamo il 34,3% in meno. Stando alla data del 30 giugno, si è assistito ad un aumento di 6,5 miliardi di euro di riserve di liquidità, grazie al prestito di ben 5 miliardi ricevuto dalle banche.
Purtroppo non si possono fare previsioni future, anche perché ancora oggi, a fine luglio, lo scenario pandemico risulta essere più incerto che mai; difficile fare previsioni che possano venir rispettate o meno. Intanto, il Direttore Generale di Renault, spiega il risultato finanziario emerso così:
La situazione è senza precedenti, ma non è irreversibile. Con tutti i team di dirigenti e collaboratori del Gruppo, ci stiamo attivando per correggere la nostra traiettoria con una disciplina rigorosa che andrà oltre la riduzione dei costi fissi. Preparare il futuro significa anche costruire la nostra strategia di sviluppo e ci stiamo lavorando attivamente. Ho assoluta fiducia nella capacità del Gruppo di riprendersi.
Se pensiamo invece all’Italia, il presente è assai preoccupante; stiamo (forse) assistendo ad una timida e lenta ripresa delle attività ma molti concessionari rischiano ancora la chiusura e l’intero settore dell’automotive chiuderà l’anno fiscale 2020 con un deficit pari al 25%.
31 07 2020