I mesi di marzo ed aprile saranno ricordati a lungo a causa delle restrizioni imposte dal Governo Conte per arginare la diffusione del contagio ed anche per le chiusure di numerose attività.
Tra le tante categorie colpite da questi provvedimenti, quella dei titolari di centri revisione è senza dubbio una di quelle che dovrà sopportare un carico di lavoro decisamente intenso nei prossimi giorni. Scopriamo perché.
Revisione auto: prorogate le scadenze ad ottobre
Il decreto Cura Italia recentemente convertito in legge ha confermato la volontà del governo di prorogare la scadenza della revisione auto sino al 31 ottobre.
Negli scorsi mesi era sorto il problema di come poter affrontare la revisione auto in un momento complesso nel quale era impossibile effettuare uno spostamento se non per motivi di lavoro, di salute o di necessità, ed il Governo era intervenuto proprio con il decreto Cura Italia prevedendo la proroga delle scadenze sino al 31 ottobre.
Le associazioni di categoria, però, avevo fatto sentire la loro voce perché rinviare tutte le revisioni a quella data avrebbe comportato un carico di lavoro insostenibile per i centri revisione.
Vincenzo Ciliberti, di ANARA Confartigianato, ha dichiarato in merito: “Se non verrà rimodulata a brevissimo, questa decisione genererà ad ottobre unsovra-flusso di richieste di revisioni almeno cinque volte superiore alla capacità massima dei centri autorizzati. In prossimità della scadenza del 31 ottobre si verificherà una concentrazione delle operazioni di revisione per 5-6 milioni di veicoli circa, con una mole di lavoro difficile da gestire per i centri di controllo e per tutto il sistema. Ciò provocherà disagi per i cittadini, visto che la revisione è un adempimento obbligatorio ed essenziale per la sicurezza stradale e richiede i necessari tempi tecnici”.
Revisione auto: necessari 10 anni per riallinearsi
Ciliberti ha poi espresso una previsione catastrofica: “Questa situazione inoltre va a determinare un disallineamento nel meccanismo, che andrà a creare analoghi problemi anche negli anni successivi. Stimiamo che per regolarizzare il flusso ci potrebbero volere almeno 10 anni”.
“E’ comprensibile che in questa eccezionale e inedita situazione di emergenza la decretazione in molti casi debba generalizzare. Con ciò non escludendo i correttivi successivi per limitare situazioni di disagio ai cittadini e agli operatori. E in tal senso ci siamo appellati al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli, confidenti in un suo intervento per ridurre il periodo della proroga e scadenzare già da maggio le prime revisioni, in modo da favorire una graduale ripresa delle operazioni, ovviamente nel massimo rispetto dei protocolli di sicurezza, riportando così a regime il sistema anche per il futuro”.
07 05 2020