Quali confini deve superare un costruttore di auto per dare valore aggiunto ai clienti del futuro? Non si tratta di una domanda retorica, ma di uno reale spunto di approfondimento che è stato al centro dell’hackaton “e-Mobility Challenge” con cui Stellantis ha dato seguito al precedente “Visionary Days ” dello scorso mese di novembre.
Stellantis, un hackaton per il futuro della mobilità
L’e-Mobility Challenge ha messo attorno a questo punto interrogativo una serie di giovani, il cui sforzo di immaginazione è stato pilotato verso tre direzioni:
- “e se domani comporre e personalizzare la propria automobile fosse semplice come mettere in play un film su Netflix? Se nella rata dell’auto avessi inclusa l’energia per ricaricare la batteria ma anche la micro-mobilità, i giga del telefono o l’abbonamento allo stadio? Di fatto l’opportunità di integrare servizi e dare vita a una nuova esperienza di acquisto è da cogliere urgentemente, un nuovo confine è pronto per essere abbattuto. Come fare?“
- “le sfide per un’automobile più sensibile ai problemi della contemporaneità sono da vincere, per forza. Il costruttore ha il dovere di intervenire nelle fasi durante la produzione della vettura così da garantire un prodotto a prova d’ambiente. Raccolta del litio utile a costruire i moduli batteria, impatti green, emissioni di CO2, modalità di certificazione, soluzioni da studiare. Come fare?“
- “semplificare e rendere fruibili i contenuti di un’automobile green non è cosa da tutti i giorni. Numerosi i pregiudizi, suggestiva l’idea di poter spostare l’opinione comune, difficile poter trovare un nuovo linguaggio in grado di far contaminare alla tecnica i valori dell’acquirente. Un ipotetico new brand, una brand position mai vista prima, una nuova storia da scrivere. Come fare?“
30 ore di lavori, con gruppi da 5/6 unità, hanno portato allo sviluppo di una serie di proposte passate al vaglio della giuria messa insieme da Stellantis. La proposta più promettente tra quelle vagliate in questa “call for ideas” è stata quella del progetto Modular, orientato allo sviluppo di pacchi batterie più leggeri, compatti e modulari “che sia possibile sostituire in tempi rapidi in stazioni di scambio organizzate per utilizzare le batterie come accumulatori per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili“. Non un’idea immediatamente percorribile sulle odierne auto elettriche , ma una visione che descrive un orizzonte del possibile e che pertanto va tenuta in considerazione.
Non batterie ricaricabili, insomma, ma batterie da sostituire con modus operandi simile a quello di un pieno di benzina. Non lunghe soste forzate in attesa di avere nuovamente autonomia, ma rapide soste per ripristinare la carica e ripartire. Un modello di business in tutto e per tutto, insomma, oltre la sola soluzione tecnica innovativa.
25 01 2021