Prima o poi doveva accadere. Dopo mesi di continui rialzi il titolo Tesla, nella giornata di ieri, ha fatto registrare un crollo verticale perdendo dapprima il 21% per poi risalire ed assestarsi al 16%. Uno shock che ha colto di sorpresa molti e che è costato caro ad Elon Musk che ha visto andare in fumo 16,3 miliardi di dollari. Ma come è stato possibile tutto ciò?
Tesla: l’esclusione dagli indici di Standard&Poor 500
Il tonfo del titolo Tesla a Wall Street è da legare in primo luogo alla esclusione, per il momento temporanea, dagli indici di Standard&Poor 500 .
Gli analisti, infatti, erano certi dell’inclusione del titolo all’interno del prestigioso indice, specie dopo gli incredibili risultati fatti registrare anche nell’ultimo trimestre, ma la bocciatura ha lasciato tutti sgomenti ed è costata cara alla Casa di Elon Musk. Inoltre questo diniego priva Tesla del supporto degli investitori che seguono passivamente l’indice di Wall Street.
Le motivazioni ufficiali della esclusione del costruttore dagli indici di Standard&Poor 500 non è stata fornita ufficialmente, ma stando alle dichiarazioni rilasciate da un portavoce della S&P Dow Jones Indices la revisione del paniere azionario non è necessariamente trimestrale e quindi l’inclusione di Tesla potrebbe essere stata solamente rinviata .
Anche per Elon Musk le pessime notizie non viaggiano mai da sole. Il tonfo di Tesla in Borsa è stato accentuato anche dalla acquisizione di una quota dell’11% di Nikola (azienda produttrice di camion elettrici) da parte di General Motors per un valore complessivo pari a 2 miliardi di dollari.
Ovviamente questo è stato uno dei fattori determinanti del tonfo in una giornata nella quale gli indici di Wall Street hanno fatto segnare un deciso calo anche a causa dall’ennesimo tonfo del petrolio e dei i timori per una ripresa economica che fatica a tornare su livelli accettabili.
10 09 2020