Ormai tutte le aziende si sono dovute impegnare nella lotta contro il “nemico invisibile” riconvertendo la loro produzione per la realizzazione di respiratori, ventilatori ed ogni tipo di presidio utile.
Le aziende automobilistiche sono scese in campo mettendo a disposizione il proprio know how e le proprie attrezzature e tra queste non è mancata nemmeno Tesla .
La Casa di Elon Musk ha deciso di riaprire la Gigafactory americana per la produzione di ventilatori polmonari , ma nelle scorse ore era scoppiato un caso…
Tesla: il giallo dei ventilatori non consegnati
Che Elon Musk sia un personaggio controverso è fuori discussione e che la stampa non aspetti altro che un suo passo falso per attaccarlo è ormai cosa nota.
Nonostante il periodo di emergenza, Musk si era reso disponibile ad aiutare le strutture ospedaliere americane fornendo ventilatori realizzati con le componenti Tesla, ma alcune testate statunitensi, anche piuttosto note, hanno avanzato dubbi sulla promessa fatta dal fondatore della Casa.
Ad alimentare queste critiche erano arrivate anche le dichiarazioni di un portavoce del Governatore della California, secondo il quale il suo ufficio non aveva notizie di ospedali dello Stato a cui ne fossero stati consegnati.
Tesla: le prove di Elon Musk
Per smentire le accuse, a nostro avviso fuori luogo in un periodo come quello attuale, è dovuto intervenire Elon Musk in persona tramite il suo profilo Twitter .
Il fondatore della Casa ha pubblicato alcuni screenshot di conversazioni avvenute tra la sua azienda e gli ospedali californiani dai quali è apparso evidente come le donazioni siano state eseguite effettuate regolarmente.
Sempre tramite il proprio profilo Twitter, Musk ha poi chiesto al Governatore della California di intervenire pubblicamente per risolvere l’equivoco con la stampa.
A sostegno della Tesla, poi, è giunto anche il tweet del dipartimento della sanità della città di New York nel quale è stata condivisa una foto dei ventilatori polmonari di Tesla in funzione .
Si potrebbe parlare quindi di una storia a lieto fine, ma resta l’amaro in bocca per delle accuse prive di fondamento e irrispettose nei confronti di una Casa pronta a dare una mano in un momento di emergenza globale.
18 04 2020