Tesla ha da poco depositato il brevetto di un’inedita super batteria al litio di nuova concezione, priva di anodi, capace garantire una resistenza ed un’autonomia super. Al momento abbiamo pochi dettagli in merito, ma sicuramente, con l’avvicinarsi del Battery Day ne sapremo di più.
Tesla: cosa sappiamo sulla superbatteria?
Sembra che Elon Musk stia lavorando con Jeff Dahn e il suo team dell’università di Dalhousie; le aziende vorrebbero realizzare una batteria capace di affrontare un’autonomia di oltre un milione di miglia, portando così le vetture elettriche su un nuovo piano in materia di affidabilità generale. Tuttavia gli sviluppi procedono spediti su più fronti. È molto interessante il passo in avanti realizzato dalla compagnia circa la tecnologia di transizione verso le batterie next-gen. Da quasi un anno ne parliamo ma solo con la presentazione del recente brevetto e con l’annuncio del Battery Day del 22 settembre, stiamo assistendo a maggiori info a riguardo.
La domanda presentata all’ufficio brevetti cita una batteria al litio priva di anodi ai quali sono stati allegati i risultati di una serie di test che mostrano come la batteria possa mantenere il suo stato di conservazione nel tempo e il numero di cicli delle celle; ad oggi non ci sono però elementi necessari che possano far pensare ad una commercializzazione su larga scala.
In attesa di maggiori news a riguardo, vi invitiamo a restar connessi con noi e attendere la presentazione delle novità da parte di Elon Musk il prossimo 22 settembre.
Tesla: tensione in fabbrica a causa di un contagio da CoVid-19
Nello stabilimento americano di Tesla sembra che vi sia una situazione di tensione molto particolare; sembra che vi siano oltre 130 casi di contagiati da CoVid-19.
L’America si sa, non sta gestendo al meglio la pandemia; Tesla , adesso è in preda alle tensioni dentro la sua fabbrica a causa del rischio Coronavirus nell’impianto. Stando alle parole di Elon Musk, la situazione sarebbe sotto controllo, anche se in molti nutrono dubbi a riguardo . Si contano 55.000 persone nelle strutture americane e una piccola parte di essi (circa 130 persone) sembrano essersi ammalate. Parliamo dello 0,25% ma pur sempre un numero ipotetico in grado di suscitare preoccupazioni a riguardo. Sono in molti gli operati che non si starebbero rifiutando di entrare in fabbrica per lavorare.
21 07 2020