Sono trascorsi ormai quasi due anni dall’incidente che ha visto una self-driving car basata sulla tecnologia di Uber investire e uccidere una donna durante la fase di test. Incidente la cui responsabilità non è da attribuire al sistema di guida autonoma, stando al pronunciamento di un pubblico ministero statunitense. Ora le vetture messe a punto dalla divisione ATG del gruppo sono pronte a tornare in California .
Le self-driving car di Uber tornano in California
Lo hanno riferito le autorità locali, rilasciando la documentazione necessaria per riprendere la sperimentazione. Il colosso del ride sharing ha reso noto che ricomincerà da San Francisco , città ideale per via della sua conformazione per mettere alla prova gli algoritmi sviluppati e delegati a gestire ogni aspetto del viaggio. Così una portavoce ha commentato la notizia.
San Francisco è un’ottima città in cui ottenere informazioni chiave relative alla tecnologia self-driving, in considerazione del suo ambiente complesso e in costante mutamento.
Salgono dunque in totale a 66 le aziende che hanno ricevuto il via libera per far circolare i veicoli autonomi sulle strade californiane: tra le altre anche Apple, Tesla, Lyft e Waymo. Prima del sinistro citato in apertura, Uber ha condotto test nelle città di Phoenix (Arizona), Pittsburgh (Pennsylvania), San Francisco e Toronto (Ontario, Canada).
Quanto accaduto ha rallentato il programma, ma non ha scalfito le ambizioni del gruppo su questo fronte. Anche sulla base dell’esperienza acquisita sono state apportate modifiche al sistema agendo sui sensori che individuano pedoni e ciclisti nonché migliorando l’apparato che si occupa di frenare prontamente in caso di emergenza. Si prevede che il business legato a tecnologie di questo tipo possa letteralmente esplodere entro i prossimi anni, accompagnando e spingendo la transizione verso una nuova era della mobilità .
07 02 2020