Da quanto si evince, le nuove auto elettriche facenti parte del gruppo Volkswagen hanno un’anima tutta italiana. Di fatto, grazie alla tecnologia di Euro Group Laminations, i veicoli del marchio possono utilizzare la piattaforma MEB che nasce a Baranzate, in Italia.
Volkswagen e Euro Group: un’intesa fortissima
L’azienda ha stipulato un accordo esclusivo per la fornitura di rotori e statori delle piattaforme elettriche; pensiamo infatti alla Volkswagen ID.3 . Tale joint-venture servirà per accrescere la popolarità del brand nostrano nel settore dell’automotive; la compagnia vanta infatti 1950 persone in tutto il mondo, e solo in Italia, vi sono ben 12 fabbriche.
I programmi di elettrificazione del settore auto e gli ordini acquisiti dai costruttori serviranno per fornire maggior supporto all’industria dell’auto, con una crescita esponenziale raddoppiata nel tempo. Cosa comporterà ciò? Che l’azienda potrebbe espandersi a macchia d’olio.
Ad oggi la commessa con VW non è arrivata dal cielo, come sottolinea il CEO di Euro Group, Marco Arduini:
Diciamo che abbiamo 53 anni di esperienza. Nel nostro segmento siamo i numeri uno al mondo come dimensione, ma soprattutto disponiamo di tecnologie all’avanguardia nei vari processi. E poi siamo un’azienda di famiglia e sappiamo l’importanza di guadagnarsi a mantenere la fiducia di chi si rivolge a noi.
L’azienda è infatti fornitrice di Bosch fin dagli anni ‘90 che, a detta di Arduini, è stata il punto di riferimento nel settore. La compagnia è entrata nel mondo dell’automotive elettrico soltanto nel 2016, con una partnership con il costruttore americano. Dopo solo un anno è arrivata la commessa con VW per l’eTraction, usato poi per la eUp e la eGolf VII. Da lì poi, si è deciso di spostare la produzione da Kassel a Baranzate, così da focalizzare le energie per lo sviluppo della piattaforma MEB. In sette anni (durata dell’accordo con VW), la compagnia potrà fornire più di 5 milioni di unità.
Il CEO si aspetta anche un fatturato superiore a quello previsto; pur non facendo previsioni afferma infatti:
Diciamo che dai 404 milioni di fatturato globali dello scorso anno pensiamo di arrivare a 700 nel 2024. La pandemia ha cambiato gli attuali scenari ma ci ha spinto ancora di più verso il rispetto per l’ambiente e la mobilità sostenibile.
L’azienda si è quindi trovata al posto giusto nel momento giusto , stando a quanto emerge. Marco Arduini spiega anche le ricadute positive sul versante del lavoro; con un pizzico di sorriso, l’uomo afferma:
Diciamo attorno al dieci percento perché lo sviluppo è previsto nelle linee di produzione ad elevata automazione. Ma non serve che inviti a mandare curriculum perché ne stiamo già ricevendo.
01 07 2020